Trachemys scripta scripta / elegans
Classificazione Regno: Animale Phylum: Cordata Subphylum: Vertebrata Classe: Reptilia Ordine: Testudines Famiglia: Emydidae Genere: Trachemys Specie: Trachemys scripta Distribuzione Trachemys scripta si distribuisce in Virginia, Nord e Sud Carolina, a nord della Florida e in parte anche in Georgia. Colonizza abitat umidi come paludi, stagni con fondo fangoso, soleggiati e ricchi di vegetazione. Avendo una gran capacità di adattamento si possono trovare spesso, in seguito ad abbandoni,in Italia, Francia, Spagna. Caratteristiche Trachemys scripta o elegans può arrivare a raggiungere i 25-30 cm nelle femmine (i maschi sono di dimensioni minori) e vive fino a circa 20-25 anni. Gli esemplari presentano il piastrone di color giallo intenso con diversi spot sugli scuti (che vengono sostituiti periodicamente), frutto di diverse ibridazioni; un ponte osseo unisce piastrone e carapace che si presenta soprattutto negli esemplari di giovane età di color verde brillante che tende a scurirsi con il passare degli anni fino ad un colore molto scuro quasi nero.Presentano delle striature caratteristiche sopra gli occhi di colore giallo nelle Trachemys scripta scripta e di colore rosso nelle Trachemys scripta elegans. Alimentazione Le Trachemys sono animali carnivori da giovani, mentre da adulte possono esser considerate onnivore. In natura si cibano soprattutto di pesci, alghe,insetti, molluschi, piante acquatiche, carogne, piccoli mammiferi e anfibi. In cattività è bene sommministrare loro una dieta il più possibile varia ed equilibrata. I giovani vanno alimentati giornalmente mentre gli adulti anche ogni tre giorni avendo tempi digestivi molto più lunghi dei giovani. La dieta deve esser a base di pesciolini d'acqua dolce come acquadelle, latterini, alborelle, bianchetti,ecc), somministrati a seconda della taglia del soggetto o interi o tagliati a pezzettini, compresa testa, lische e visceri. Non si consiglia la somministrazione di filetti di pesce. Regolarmente devono assumere vegetali (soprattutto se adulte) quali tarassaco, cicoria, indivia, trifoglio, scarola, riccia, chioggia. In commercio si possono trovare anche formulati in pellets che soddisfano buona parte delle loro esigenze nutrizionali. Inoltre, come integrazione, si dovrebbe lasciare a disposizione dell'animale un osso di seppia e, nei giovani, somministrare una-due volte a settimana vitamine per rettili (in polvere) mentre negli adulti ogni 10-15 giorni. Occasionalmente possono esser somministrati lombrichi, cavallette, grilli o camole della farina. Sono invece vietatialimenti come gamberetti liofilizzati per tartarughe, carne, formaggio, pane, prosciutto, croccantini per cani e gatti. Allevamento all'aperto Le Trachemys possono essere allevate all'aperto se correttamente stabulate e se non ci troviamo in zone montane o molto fredde. Il laghetto che dovremo costruire dovrà essere di almeno 3 x 2 m e profondo almeno un metro con circa 30 cm di fondo fangoso per permettere loro di effettuare il letargo senza che la temperatura dell'acqua si abbassi a tal punto da comprometterne la vita. Le trachemys devono poter uscirefacilmente dall'acqua ed avere a disposizione delle zone asciutte dove poter stare al sole o all'ombra così da potersi termoregolare; inoltre dobbiamo dotare il laghetto di tronchi di sughero che, galleggiando sull'acqua, permettono loro di fare basking. È oppurtuno creare una zona con terricio umido e sabbia per un eventuale deposizione. Fondamentale è la recinzione che dovremo fargli per impedire eventuali fughe: la rete deve essere profonda sotto il terreno almeno 30 cm e alta circa 50 cm. L'allevamento all'aperto è sicuramente la soluzione migliore. Allevamento in acquaterrario Le Trachemys, se allevate in acquaterrario, vanno poste in una grossa vasca delle giuste dimensioni (almeno 120 x 60 cm per un adulto) dotata di un sistema di filtraggio per l'acqua e con una temperatura della stessa di circa 22°-25°C (ottenuta grazie ad un riscaldatore per acquari dotato di termostato). Le trachemys devono inoltre aver la possibilità di uscire dell'acqua agevolmente e raggiungere una zona asciutta (pietra o sughero) che dovrà avere un punto freddo ed uno caldo: il punto caldo deve raggiungere una temperatura di circa 32°-35°C. Questa temperatura viene ottenuta grazie ad una lampada a spot a wattaggio adeguato che mantenga la temperatura in zona calda. Inoltre è necessaria anche una lampada compatta o neon UVB 5.0 o 7.0 posta al massimo a 25 cm dall'animale. Il fotoperiodo dev'essere di 10-12 ore. Disformismo sessuale Il riconoscimento dei sessi è possibile con certezza quando i maschi raggiungono circa i 10 cm di diametro e le femmine i 18 cm: i maschi presentano le unghie delle zampe anteriori molto più lunghe (fino a 3 cm) che nella femmina; la base della coda è molto larga e l'apertura della cloaca è in prossimità della punta nel maschio, nella femmina invece l'apertura della cloaca è alla base della coda che si presenta molto più sottile. Il piastrone nei maschi è concavo (per facilitare l'accoppiamento) mentre nelle femmine è piatto. Il letargo E' importante non fare mai andare in letargo tartarughe che non sono in perfette condizioni di salute e che abbiano meno di tre-quattro anni. Questi soggetti vanno stabulati in acquaterrario durante le temperature rigide. È bene ricordarsi di pesare le tartarughe prima e dopo il letargo e controllare che non perdano più dell'1% del loro peso al mese. Dotate il laghetto di un termometro così da poter sempre controllare la temperatura dell'acqua che, per un corretto letargo, dovrebbe stare tra i 10 e i 5°C in quanto sotto i 4° rischiano la morte e oltre i 10° e sotto i 20° cominciano a riattivare il metabolismo senza tuttavia alimentarsi con il risultato di grave dimagramento che anch'esso può diventare letale.Se il laghetto è abbastanza grande e profondo le tartarughe supereranno tranquillamente il letargo, l'importante è controllare che la temperatura sul fondo del laghetto non scenda sotto i 4°C. Le tartarughe cominceranno a prepararsi per il letargo a fine ottobre e generalmente entro fine marzo usciranno dal letargo. Se il laghetto si ghiaccia è bene rompere in parte il ghiaccio così da permettere il ricambio di ossigeno. |